La televisione italiana fa schifo.
Su questo, credo che ci possano essere pochi dubbi e obiezioni. Dalle mie parti la televisione, intesa come oggetto tecnologico, è da tempo un mero supporto per visualizzare videogiochi, film, serie tv e documentari, possibilmente in alta definizione e frutto di un certosino lavoro di scrematura (che poi è anche quello che facciamo, o proviamo a fare, qui a Players). La corsa verso il degrado intrapresa dalla tv “generalista”, dai programmami di pseudo informazione nemici dell’intelligenza e della scienza, dai medriocrissimi talk show politici condotti da giornalisti-zerbino, dai millemila talent per falliti e dai programmi di cucina, quelli con quattro chef isterici che drammatizzano la rottura di un uovo, trasformandola in un evento catastrofico, sembra non avere fine.

Eppure, anche dalle mefitiche paludi nostrane, sono emerse opere di genio, a volte durature, altre molto meno, che vale la pena ricordare. E rimpiangere.

Te la do io L’America/Brasile: Prima, molto prima che si mettesse a fare politica, Beppe Grillo è stato uno dei migliori comici italiani di sempre. La satira politica lo fece diventare celebre (ricordiamo la ferocia contro l’establishment del tempo ed in particolare il PSI e Craxi), ma il vero genio lo dimostrò in due trasmissioni chiamate Te la do io L’America e Te lo do io il Brasile, andate in onda agli inizi degli anni ’80, in cui Grillo irrideva bonariamente gli aspetti più curiosi e particolari dei rispettivi Paesi. Alla regia, l’immenso Enzo Trapani. Il grande rimpianto è che non abbia visitato anche il Giappone (e avrebbe dovuto, ma non se ne fece nulla).

Le Previsioni del Tempo: molto tempo fa, prima che si cominciasse a chiamare i fenomeni naturali con nomi propri di persona, a stupirsi se d’inverno fa freddo e d’estate caldo e a utilizzare l’espressione criminale “bombe d’acqua”, le previsioni del tempo erano una cosa seria. C’è andata bene fino agli anni ’90, poi stop.

Boris: la migliore serie italiana di tutti i tempi è una feroce satira sulle soap-opera, il mondo della televisione e un sacco di altre cose. Per fortuna, è finita prima di sbracare e di questo siamo tutti contenti.

L’Almanacco del Giorno Dopo: si dice spesso che abbia insegnato l’italiano agli italiani più la televisione che la scuola. Dev’essere per questo che oggi ampi strati della popolazione sono chiaramente analfabeti. Il migliore, tra i programmi “educativi”, era l’Almanacco del giorno dopo che, fatta eccezione per la sigla terrorizzante (non so, a me ha sempre suscitato una certa inquietudine), raccontava fatte e cose del mondo, con garbo e semplicità. Chiaramente, non è sopravvissuto al nuovo millennio.

Pickwick: E’assai probabile che Baricco se la tirasse già ai tempi dell’asilo. Crescendo è peggiorato come tutti, però la migliore trasmissione di sempre sui libri l’ha fatta lui, molto prima di diventare “famoso”. Durò poco, ma chi la vide se la ricorda.

Mr.Fantasy: Una delle trasmissioni più futuribili e avveniristiche mai prodotte dalla televisione italiana, roba da fare invidia alla BBC. Fu ideata da Paolo Giaccio e condotta da Carlo Massarini con la partecipazione di Mario Luzzatto Fegiz. C’erano i videclip, che agli inizi degli anni ’80 erano pura fantascienza, ma anche tante altre cose.

Mai dire Gol e Mai dire Tv: i capisaldi della Gialappa’s Band, capaci con due format vincenti di raccontare un’altra tv (i cialtroni delle tv locali del tempo oggi stanno tutti su YouTube, hanno 40 anni in meno e si fanno un sacco di soldi) e irridere il Dio Calcio, col meglio del meglio dei comici di quel periodo (il Trio AGG, Albanese, Gnocchi, Storti, Hendel…) . Roba quasi impensabile, eppure.

Romanzo Criminale: In Italia le crime-story hanno sempre avuto un grande successo, un po’ perchè ci piace la denuncia (purchè non ci coinvolga direttamente), un po’ perchè il Paese trabocca di mafiosi. Questa, a differenza di Gomorra e La Piovra, giusto per citare le due serie più celebri di sempre, è finita al momento opportuno.

Target: Una delle poche trasmissioni decenti proposte da Mediaset nel corso della sua esecrabile esistenza. Il volto di Target era quello, bellissimo, di Gaia de Laurentiis, ma la vera forza erano i contenuti. Per dire, la prima volta che sentii parlare di internet, fu proprio a Target, a metà degli anni ’90.

L’Ottavo Nano: Corrado Guzzanti. Nient’altro da aggiungere.



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Andrea Chirichelli

Classe '73. Giornalista da tre anni, ha offerto il suo talento a riviste quali Wired, Metro, Capital, Traveller, Jack, Colonne Sonore, Game Republic e a decine di siti che ovviamente lo hanno evitato con anguillesca agilità. Ha in forte antipatia i fancazzisti, i politici, i medici, i giornalisti e soprattutto quelli che gli chiedono foto.

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